ArteDiario di viaggio

Essaouira dalle h11 alle h 16

A Essaouira di giorno tutto è bruciato dal sole e dal sale, e alcuni scorci col bianco accecante della passeggiata sembrano le marine di Giovanni Fattori. E si sente l’esagerazione della vastità del luogo rispetto alle figure umane e quasi un senso di innaturalità.

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Essaouira, che in arabo significa “ben disegnata” ebbe tante vite, venne riscoperta dai marinai portoghesi nel VII secolo dopo anni di torpore, ma soprattutto venne completamente riprogettata sulla carta nel 1764 da un’architetto francese, su mandato del sultano dell’epoca, Muhammad III. E questo suo essere progettata sulla carta si sente, perché Essaouira sembra un luogo irreale, circondato dall’immensità della natura, dalla spiaggia e dal mare quasi sempre impetuoso.

Quando c’è il sole, dalle h11 alle 16, tutto è bianco e blu o diventa bianco e blu per accostamento. E lo diciamo un po’ provocatoriamente ma è così, se esci vestito di blu finisci sempre contro qualcosa di bianco (e anche l’inverso). Incredibilmente a Essaouira non ci si riesce a discostare da quest’accoppiamento di colori, come ci fosse dietro nascosta una magia. E lì abbiamo conosciuto ragazzi di una bottega artigiana che fanno ceramiche magnifiche riprendendo il colore della città, il blu, e applicandolo a decorazioni raffinatissime su piatti, posaceneri e vassoi.

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