Marocco

Gli occhi di Dora Maar

Questo post trascende leggermente il contenuto stretto di Luci del Marocco, ma ha una connessione importante col motivo che ci ha spinto a iniziare il viaggio. Gli occhi di Dora Maar sono stati dipinti da Picasso innumerevoli volte, in innumerevoli versioni. Il volto della modella è stato uno dei più straziati della storia dell’arte, capovolto, lacerato, diviso, sottomesso, messo a soqquadro, vero e proprio simbolo del cubismo. Picasso ha fatto letteralmente strazio del suo volto attraverso le sue continue trasformazioni, almeno così hanno detto i critici e io sono d’accordo. Si vede, del resto. Diceva Picasso che lei aveva negli occhi qualcosa di incredibilmente doloroso, ed era questo il motivo per cui non riusciva a dipingerla felice. Pare che Picasso non l’abbia mai dipinta mentre rideva, eppure è stata la sua amante, anche per parecchi anni. E’ stata la sua compagna ai tempi di Guernica.

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Mi è capitato un giorno, ed è qui che volevo arrivare, anche se questo trascende leggermente il contenuto del sito, di incontrare una ragazza con gli occhi belli e tristissimi, con dentro una ferita, come quelli di Dora Maar, e da quegli occhi presi l’ispirazione per viaggiare, o più che l’ispirazione la spinta, proprio come uno che ti mette le mani sulla schiena per farti andare. Letteralmente quegli occhi mi spinsero via, come un soffio. Fu uno stranissimo collegamento che avvenne nella mia mente, la guardai e mi venne voglia di viaggiare, di avere una specie di vento dentro come quel sentimento che hanno certi esploratori. E non si può spiegare. Così partii, e mi buttai nel deserto, e guidai come un pazzo nel deserto come se in fondo al deserto ci fosse lei. C’è chi la chiama inquietudine, ma più che inquietudine e basta la chiamerei inquietudine con l’aggiunta di una piccola dose di rischio e di non sapere come sarai quando ritornerai. E glielo dissi, le dissi tutto, compreso quella cosa del vento dentro, e che avevo fatto tutto per lei, il sito, i viaggi e il Marocco, ma lei non ci credette e sorrise e abbassò lo sguardo seduta a un tavolino mentre facevamo colazione.