Diario di viaggio

Le tre facce della spiaggia

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A Essaouira c’è una spiaggia di sera e una di giorno. Di giorno per esempio la spiaggia è grande come un paesaggio a sè, e ospita uomini coi cammelli e i cavalli che fanno fare giri emozionanti. La cosa divertente però è che quelli che guidano i cammelli sono tutti ragazzi, e giocano fra loro come se i turisti non ci fossero, giocano a rincorrersi, a spaventarsi reciprocamente, e a far imbizzarrire i cavalli. Alcuni scendono velocissimi giù dalle dune, frenando all’ultimo e tirando le briglie, e si tira su la polvere come in un film western e lanciano i cavalli a mille, sulla battigia, mentre i cammelli si riposano a un metro dall’acqua.

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Ci sono poi splendidi locali, dove sarebbe intelligente aprire un centro di discipline olistiche, e dove è possibile appisolarsi sui lettini, e ogni tanto passano giocolieri e acrobati per mostrare ai turisti i loro spettacoli.

Se invece viene la sera, e con essa quasi sempre la nebbia, si copre tutto di un senso enorme di decadenza e malinconia, come certe città del Nord Europa, e vi garantisco che vedere la malinconia in Africa è cosa stranissima. È come se Essaouira la sera fosse invasa da un sentimento letterario, indescrivibile, che hanno le cose che appartengono al passato e l’aria diventa troppo strana per essere raccontata. Ti senti già vecchio, e ti viene da guardare i barconi abbandonati, e i pescatori demoralizzati che tornano dal mare e altri oggetti che di giorno non ti veniva neanche in mente di guardare.

E poi infine c’è quando viene la nebbia di colpo, in pieno giorno, e tu non te l’aspetti, e avvolge tutto, e il paesaggio diventa come un uomo che di colpo si intristisce. In un attimo sei dentro un altro scenario, e rimani spiazzato.

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