Arte

Mirò e la forma delle lampade

Ora, non vorremmo passare come quelli che vedono lampade marocchine dappertutto, oppure come quelli a cui piacciono messe dappertutto, sopra ogni cosa. Ma le lampade marocchine hanno qualcosa di spaziale, è una cosa oggettiva, probabilmente per la forma sempre leggermente arrotondata. Ci pensavo l’altra sera guardandole tutte ammassate sul mio comodino, spente,  hanno qualcosa di Star Treck, o di Guerre Stellari. D’altro canto la prima volta che arrivai a Marrakech, mi ricordo che nelle strettoie della Medina, vedendo passare gli uomini incappucciati, mi era venuto subito in mente il film di Lucas perché, quasi sicuramente per i cappucci a punta, sembrava di essere su un altro pianeta. E infatti lessi che il regista si era ispirato proprio ai costumi tradizionali del Marocco, e che girò alcune scene da quelle parti, ad essere precisi in Tunisia, a Tataouine.

poetessaE qui arriva il collegamento. Infatti, se c’è una serie di quadri che si proietta verso l’infinito, è la serie delle Costellazioni di Mirò che il maestro dipinse in Francia quando di notte si sdraiava su un prato  in Normandia, vicino a casa sua, per dipingere le stelle. Fece una cosa stranissima e geniale, fu come cercare di ricavare dalla volta luminosa una mappa, segnò i punti delle stelle sulla tela, e li unì con la china, che già è una cosa strana, per provare a dedurne delle regole, o un codice per calcolare l’infinito. E perdercisi dentro.

Spesso nella sua opera Mirò ha provato a inventare un alfabeto, e si vede che si divertiva a farlo, per cui molto spesso  inventò dei segni che potevano essere l’inizio di una scrittura, ma in questi quadretti fa’ qualcosa di più. C’è quest’idea di perdersi, come se lui ti prendesse per mano e ti fidassi, ma in realtà ti sta portando a perdere. Ma, sorprese delle sorprese, ti accorgi che questo perdersi è piacevole.

Le Costellazioni riescono a bucare la tela e a rappresentare l’infinito in maniera molto simile ai tagli che faceva Fontana. Danno un senso di profondità, unico e quasi mistico, cioè guardandoli ti sembra di guardare il cielo. Ecco perché mi sono tirato giù il quadro del salotto e c’ho messo sopra la lampada marocchina più rotonda che avevo. E l’ho chiamata Mirò. E mi è sembrato di aver fatto una cosa come si deve.

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lecostellazionidimiro_06  The-passage-of-the-divine-bird

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